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Sono la voce narrante e conobbi Oliviero e Mara quando per un po' di tempo mi trasferii a Vedriano, casualmente diventando la loro vicina di casa.
Venire a vivere in montagna non significa non avere nulla da fare. Oltre a un difficoltoso trasloco, avevo un sacco di problemi da risolvere mentre Oliviero barattava il suo tempo con la natura e con le mutevoli condizioni meteorologiche. Perché un orto va governato e non lasciato in balia di venti ed eventi!


Ciò nonostante, alzando il naso dalle attività di ognuno, ci volle poco per scoprire interessi in comune e quanto fossero generosi entrambi: Oliviero mi prestò qualsiasi attrezzo di cui potessi avere bisogno dopo aver constatato che "lavoravo come un maschio" e mi insegnò a usare pure "al podai" (l'accetta) mentre Mara non mancava di regalarmi deliziose conserve e piccole meraviglie realizzate all'uncinetto. Non passò molto tempo che mi venne concesso il raro dono di poter rivivere il passato, il loro passato.
Avendo qualche nozione informatica, un po' di dimestichezza nello scrivere e, soprattutto, considerando troppo preziose le memorie per lasciare che venissero tramandate solo a voce, iniziai a pensare su come raccogliere le testimonianze dei tempi andati in un album di ricordi virtuale. Trovavo interessantissimo quello che mi raccontavano, smisi presto di ascoltare solamente e mi misi in modalità di "ricezione", a captare quelle vite che tornavano a vivere, lavorando in silenzio all'idea di farle in qualche modo vivere in eterno, oltre la vita e la memoria di chi mi raccontava la storia di famiglia.
Quando svelai infine il mio piano, anticipata dall'entusiasmo con cui ero sempre stata ad ascoltarli, trovai approvazione. Seppure mi fosse difficile spiegare e loro capire cosa avevo concretamente in mente, iniziai un pomeriggio di dicembre 2019, a registrare in una lunga intervista audio i ricordi di famiglia ripromettendomi di fotografare l'orto con il ritorno della neve e della bella stagione. Nell'attesa mi venne concesso (grande onore!) di poter portare via con me le foto di famiglia per realizzarne una versione in formato elettronico. Mentre le sfogliavamo insieme, fui deliziata da una raccolta di cartoline che parlavano dell'amore di nonno Carlo per nonna Candida e che qualcuno, affinché il tempo non le disperdesse, aveva cucito insieme in un patchwork pieghevole. Per quanto di sola carta, trasudano una genuinità e una delicatezza di colori e di spirito che, insieme ai ricordi, con questo diario di famiglia ora non andranno più persi.