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Come è risaputo, le famiglie un tempo erano oltremodo prolifiche. Il tasso di mortalità (per guerra o per malattia) era altissimo e, d'altro canto, solo i sopravvissuti avrebbero garantito una vecchiaia meno stentata ai familiari che li avevano generati, educati e cresciuti. Nel 1954 venne aperto il primo asilo per bambini a Vedriano e dalle tante faccine inquadrate in queste immagini, si capisce che il paese era ben più popolato di adesso! Oliviero a quel tempo viveva ancora a Pietranera e in 7-8 bimbetti risalivano da soli la ripida collina per andare a scuola.

Erano tempi con pericoli diversi e l'essere sperduti nell'Appennino reggiano, in una località difficilmente raggiungibile, contribuiva sicuramente a tenere lontani orchi e brutte persone. Lungo la via c'erano comunque case, vivevano parenti e conoscenti, la gente andava al forno che si trovava nello stesso edificio in cui aveva sede la scuola elementare. Per giocare c'era la fantasia che sopperiva al surplus che avrebbe inondato le generazioni future: gioco agli indiani e nascondino e ci si divertiva lo stesso!




Lungo la strada che da Pietranera porta a Vedriano c'era e c'è ancora anche una falegnameria. Oliviero iniziò proprio lì, a 13 anni, ad andare a bottega per imparare il mestiere di falegname. A 20 anni andò poi a lavorare per il mobilificio Ricci aggregandosi nella squadra destinata al trasporto, consegna e montaggio dei mobili e infine lavorò nella cartiera che ancora oggi a Canossa è un'azienda leader a livello nazionale nella produzione della polpa di legno per carta.